IL 1'CAPITOLO IN ITALIANO

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isabella*
icon13  CAT_IMG Posted on 30/5/2008, 15:02




Ecco il primo capitolo in italiano del 4'libro della saga..
SPOILER (click to view)
a me è piaciuto, ma alcune frasi mi hanno fatto venire dei dubbi...come qnd parla di jacob chiamandolo "il mio jacob"..mah..




Prefazione
Ho avuto più della mia giusta porzione di esperienze vicine alla morte, non è qualcosa a cui ti ci puoi abituare.

Sembrava stranamente inevitabile, dopotutto, affrontare di nuovo la morte. Come se fossi seguita dai disastri. Sono scappata ancora e ancor, ma continua a tornare da me.

Ma questa volta è diversa dalle altre.

Puoi correre via da qualcuno di cui hai paura, puoi combattere contro qualcuno che odi. Tutte le mie reazioni erano attivate da questo tipo di killer - i mostri, i nemici.

Quando ami chi ti sta uccidendo, non ci sono opzioni. Come puoi correre, come puoi combattere, quando facendolo faresti del male a chi ami? Se la tua vita fosse tutto ciò che hai da dare al tuo amato, come puoi non dargliela.
Se fosse qualcuno che ami profondamente?


1. Fidanzati
NESSUNO TI STA GUARDANDO. LO GIURO A ME STESSA: NESSUNO ti sta guardando. Nessuno ti sta guardando.
Ma, poiché non sono capace di mentire nemmeno a me stessa, mi sono voltata a guardare.
Mentre stavo seduta aspettando che uno dei tre semafori della città diventassero verdi, mi sono voltata a destra. Nel mini-van la signora Weber sera totalmente voltata verso di me. I suoi occhi fissavano i miei, e io indietreggiai chiedendomi perché non distogliesse lo sguardo o non sembrasse vergognata. E' ancora considerato maleducato fissare la gente, o no?
Ciò non mi riguarda più?

Poi mi sono ricordata che questi finestrini erano così scuri che probabilmente lei non aveva idea che ci fossi io li dentro, solo io potevo cogliere il suo sguardo. Ho provato a trovare conforto nel fatto che non stesse realmente fissando me, ma la mia macchina.

La mia macchina.

Ho lanciato un’occhiata a sinistra e ho grugnito. Due pedoni erano bloccati con gli occhi spalancati sul marciapiede, perdendo la loro possibilità di attraversare, vedevo Mr.Marshall camminare dietro la vetrina del suo negozio. Non mi stava ancora fissando col naso spiaccicato sul vetro. Non ancora.

Il semaforo divenne verde, e nella mia fretta di scappare, ho premuto il pedale del gas senza neanche pensarci. Nella stessa maniera in cui avrei fatto per far partire il mio vecchi Chevy.

Il motore ringhiò come una pantera a caccia. La macchina sobbalzò in avanti così veloce che il mio corpo fu schiacciato nel sedile di dietro e il mio stomaco si addossò alla mia spina dorsale.
"Argh!" Sbottai, mentre cercavo il freno. Rimasi calma, toccando appena il pedale. La macchina frenò immediatamente.

Non avevo il coraggio di guardare la reazione della gente attorno a me. Se prima c'era qualche dubbio su chi stesse guidando questa macchina, ora era svanito. Con la punta della scarpa spinsi il pedale del gas di mezzo millimetro e la macchina scattò in avanti di nuovo.

Ho provato a raggiungere la mia meta, la stazione di servizio. Se non fossi stata a secco, non sarei mai entrata in paese. Andavo in giro senza un sacco di cose in quei giorni come _ _ _(? manca) e i lacci delle scarpe, per evitare di passare tempo in pubblico.

Muovendomi come se fossi in una gara, aprii lo sportello, tolsi il tappo, feci scansionare la carta, e misi la pompa nel serbatoio in pochi secondi.
Ovviamente, non c'era niente che potesse far sì che i numeri sull'erogatore scorressero più veloci. Essi _ _ _ (?manca) con lentezza, come se lo stessero facendo per farmi innervosire.

Non c'era il sole, un'altra delle solite giornate cupe di Forks, Washington, ma sentivo ancora che i riflettori erano puntati su di me illuminando il delicato anello che portavo alla mano sinistra.
In momenti come quello, quando sentivo gli occhi puntati su di me, mi sembrava che l'anello pulsasse come un’insegna al neon: Guardami! Guardami!

Era stupido, lo sapevo. Al contrario di mia madre e di mio padre m’interessava veramente cosa diceva la gente riguardo al nostro fidanzamento? Riguardo la mia nuova macchina? Riguardo la mia misteriosa accettazione all’Ivy League college? Riguardo la carta di credito nel mio portafoglio?

"Si...chi se ne importa di quello che pensano!" borbottai tra me e me.
"Signorina?" Una voce d'uomo mi chiamò.
Mi girai e poi mi pentii di averlo fatto.

Due uomini stavano accanto ad un fantastico SUV con dei kayak nuovi sul tetto. Nessuno dei due guardava me. Entrambi fissavano la macchina. Personalmente non capivo. Al loro contrario, ero già felice di saper distinguere gli stemmi della Toyota, Ford e Chevrolet. La macchina era di un nero luccicante, graziosa ed elegante. Ma era solo una macchina per me.

"Mi dispiace disturbarla, ma mi potrebbe dire che macchina guida?" Mi chiese quello alto.
"Una Mercedes giusto?"
"Si" rispose educatamente, mentre il secondo roteò gli occhi alla mia risposta. "Lo so. Ma mi stavo chiedendo è ---sta guidando una Mercedes Guardian?" L'uomo pronunciò il nome con riverenza. Ebbi la sensazione che questo ragazzo sarebbe andato d'accordo con Edward, il mio...il mio fidanzato (non c'era nessun dubbio sul fatto che ci saremmo sposati. A parte la data del matrimonio) "Non dovrebbero essere in commercio solo in Europa?" continuò.

Mentre i suoi occhi accarezzavano le curve della mia macchina - a me non sembrava differente dalle altre Mercedes, ma che ne sapevo io?- pensai ai miei problemi con le parole fidanzato, matrimonio e marito.

Non riuscivo ad abituarmici.

Da una parte rabbrividivo all'idea di un vestito bianco e del bouquet.
Ma più che questo, non riuscivo a conciliare un serio, rispettabile, monotono concetto di marito con quello che avevo di Edward. Era come mettere un arcangelo al posto di un ragioniere. Non riuscivo a vederlo in quel modo.

Come sempre, appena cominciai a pensare ad Edward fui sommersa da un vertiginoso fiume di fantasie.
Lo sconosciuto si schiarì la voce per attirare la mia attenzione; stava ancora aspettando una risposta riguardo la macchina ed il modello.

"Non lo so" risposi sinceramente
"Le dispiace se mi faccio delle foto con la macchina?
Mi ci volle qualche secondo per realizzare. "Davvero vuole farsi delle foto con la macchina?"
"Sicuro! Se lo raccontassi non ci crederebbe nessuno! Ho bisogno delle prove!"
"Um.Ok! Va bene."

Rapidamente misi via la pompa e strisciai nel sedile davanti, mentre il ragazzo usciva una fotocamera professionale dalla sua borsa. Lui e il suo amico cominciarono a farsi foto sul retro della macchina.

"Mi manca il mio pick-up" [letteralmente, quando parla del suo pick-up lo chiama sempre carro] Piagnucolai.

Davvero, davvero conveniente - troppo conveniente - che il mio pick-up avesse esalato il suo ultimo respiro giusto qualche settimana dopo che io ed Edward fossimo giunti al nostro malequilibrato accordo...uno dei dettagli era che avrebbe sostituito la mia macchina, quando sarebbe morta.

Edward giurò che era solo per precauzione, la mia macchina aveva vissuto un sacco, aveva avuto una vita piena ed era morto di morte naturale...Secondo lui. Ma, ovviamente, non avevo modo di verificare la sua storia o di provare a far resuscitare, da sola, il pick-up dalla sua morte.
Il mio meccanico preferito. Fermai quel pensiero triste, rifiutando di giungerne alla conclusione.
Sentì la voce del ragazzo fuori, attutita dalle pareti della macchina.

"...in un video online l'hanno colpita con un lanciafiamme. Non ha nemmeno scalfito la vernice!"
"Ovviamente no. Potrebbe passare un carroarmato su questa piccola, e non si farebbe niente! Non è roba per gente di queste parti. E' stata progettata sopratutto per i diplomatici, per quelli che hanno a che fare con le armi e per i signori della droga."
"Pesi che lei sia una di loro?" chiese a bassa voce .
Chinai la testa.
"Huh" disse quello alto. "Forse...Non immagino un altro motivo per il quale abbia dei vetri antimissili e abbia una corazza di 4000 libre. Deve star andando da qualche parte pericolosa."

Corazzata. Quattromila libbre di corazza e vetri antimissile? Carino. Cos'era successo ai vecchi vetri a prova di proiettile?

Bene, almeno questo aveva un senso...se hai un distorto senso dell'umorismo.

Non era come se non mi aspettassi che Edward traesse dei vantaggi dal nostro accordo; dalla sua parte lui poteva dare molto più di quanto potesse ricevere. Concordavo sul fatto che potesse sostituire il mio pick-up, quando ce ne sarebbe stato bisogno, ma non mi aspettavo che capitasse così preso ovviamente. Quando sono stata costretta a d ammettere che il mio pick-up non era niente più che un tributo al classico Chevy nel mio vialetto, sapevo che la sua idea di sostituzione probabilmente mi avrebbe imbarazzato. Mi concentrai con gli occhi fissi e sospirai, Mi andava bene quella parte, ma neanche nelle mie più lontane fantasie, avrei pensato che mi avrebbe comprato due macchine.

La macchina per 'prima' . Mi disse che era un prestito e che l'avrei restituito dopo il matrimonio. Tutto ciò sembrava non avere un senso.

Fino ad ora.

Ah ah. Perché ero una così fragile umana, così incline agli incidenti, così vittima della mia stessa sfortuna, che apparentemente avevo bisogno di una macchina resistente per rimanere salva. Esilarante. Ero sicura che a lui e ai suoi fratelli piacesse prendersi gioco di me alle mie spalle.

O forse, solo forse, una piccola voce bisbigliava nella mia mente, non è un gioco stupido. Forse è veramente preoccupato per te. Non sarebbe la prima volta che esagera per proteggerti.

Sospirai.

Non avevo ancora visto la macchina per 'dopo'. Era nascosta sotto un telo nell'angolo più profondo del garage dei Cullen. Sapevo che un sacco di gente avrebbe voluto vederla, ma a me non interessava.

Forse non era corazzata - perché non ce ne sarebbe stato bisogno dopo la luna di miele. L'indistruttibilità era un altro obiettivo al quale stavo per arrivare. La miglior cosa si essere un Cullen non erano le macchine costose e le carte di credito.

"Hey" L'uomo mi chiamò poggiando le mani a coppa sul finestrino per vedere dentro.

"Abbiamo finito. Grazie mille!"
"Di niente" Risposi, accesi il motore e spinsi delicatamente il pedale.

Non importava quante volte avessi percorso la strada per andare a casa. Non riuscivo ancora a far sparire nello sfondo i volantinio bagnati dalla pioggia. Erano attaccati ad ogni palo del telefono e ad ogni segnale stradale, era come se fossero degli schiaffi in faccia. Dei ben meritati schiaffi.

La mia mente fu risucchiata dai pensieri, ma li interruppi immediatamente. Non potevo continuare su quella strada. Non con le immagini del mio amico che mi si presentavano a intervalli regolari.

Il mio migliore amico. Il mio Jacob.

I biglietti con su scritto AVETE VISTO QUESTO RAGAZZO, non erano un idea del padre di Jacob. Era stato mio padre, Charlie, che aveva stampato e appeso i volantini in tutta la città.
E non solo a FOrks, ma a Port angeles, a Sequim, Hoquiam, Aberdeen e in qualsiasi altra città della penisola di Olimpia. Fece in modo che anche la polizia di Washington avesse uno di quei volantini appeso al muro. La sua stazione aveva un intera bacheca riservata alla ricerca di Jacob. Una bacheca in pratica vuota...piena solo del suo disappunto e frustrazione.

Mio padre era in disappunto con la mia mancanza di responsabilità. Era in disappunto con Billy, padre di Jacob e miglior amico di Charlie.

Per il fatto che Billy non fosse coinvolto nella ricerca del suo disperso figlio sedicenne. Per il rifiuto di Billy di affiggere i volantini a La Push, la riserva sul mare dove abitava Jacob. Per il suo sembrare rassegnato alla scomparsa di Jacob, come se non ci fosse niente che potesse fare. Come diceva lui, "Jacob è cresciuto, tornerà a casa se vorrà."

Ed era frustrato perché avevo preso le parti di Billy.

Non volevo mettere i manifesti. Questo perché io e Billy sapevamo dove Jacob fosse, approssimativamente, e sapevamo anche che nessuno avrebbe visto quel ragazzo.

I volantini mi facevano venire un groppo in gola, e le lacrime agli occhi, e io era assolutamente felice che Edward fosse a caccia quella domenica. Se Edward avesse visto la mia reazione si sarebbe sentito terribile anche lui.

Ovviamente c'era il problema dell'essere domenica. Appena voltai la strada piano e con attenzione, vidi la volante della polizia di mio padre parcheggiata nel vialetto di casa. Non era andato a pescare neanche quel giorno. Si preoccupava per il matrimonio.

Così non potevo usare il telefono. Ma dovevo chiamare....

Parcheggiai nel vialetto dietro lo Chevy [il pick-up] e presi dal cruscotto il telefonino che Edward mi aveva dato per le emergenze. Composi il numero lasciando il dito sul tasto per chiudere, se ce ne fosse stato bisogno.
"Pronto?" Rispose Seth Clearwater, e tirai un sospiro di sollievo. Ero troppo codarda per parlare con sua sorella più grande, Leah. La frase ' ti stacco la testa a morsi', detta da Leah non era solo un modo di dire.

"Hey Seth, sono Bella!"

"Hey Bella! Come stai?"

Trasalii. Disperata per rassicurare. "Bene..."

"Chiamato per un aggiornamento?"

"Leggi nel pensiero?"

"Non è difficile. Non sono Alice...sei semplicemente prevedibile!" Scherzò. Tra i Quileute di La Push, Seth era l'unico che non aveva problemi a chiamare i Cullen per nome, scherzava anche sulla mia onnisciente 'quasi-cognata'.

"So di esserlo!" Esitai per un minuto "Come sta?"

Seth sospirò. "Come al solito. Non ci vuole parlare, anche se sappiano che ci sente. Sta cercando di non pensare da umano, lo sai. Segue solo l'istinto."

"Sai dov'è ora?"

"Da qualche parte nel Canada. In so dirti dove con precisione. Non fa molta attenzione ai confini."

"Nessun indizio immagino..."

"Non sta tornando a casa Bella. Mi dispiace."

Sospirai. "Ok Seth. Lo sapevo ancora prima di chiamare. Semplicemente speravo."

"Già. Stiamo tutti nella stessa maniera."

Grazie per avermi aggiornato, Seth. Lo so che gli altri ti stanno dando dei problemi.

"Bhè, non sono tuoi grandi sostenitori." Concordò cautamente. "Una sorta di biasimo, credo. Jacob ha fatto la sua scelta, tu la tua. A Jake non piace il loro atteggiamento a questo riguardo. Ovviamente non è supereccitato all'idea che tu lo stia controllando comunque."

Sussultai. "Pensavo che lui non vi parlasse."

"Non può nascondere tutto, e anche se è difficile ci sta provando."

Quindi Jacob sapeva che ero preoccupata. Non ero sicura di come mi facesse sentire questo fatto. Bhè, almeno sapeva che non l'avevo abbandonato nel sorgere del sole e che non mi ero dimenticata di lui. Magari aveva immaginato che ne sarei stata capace.

"Spero di vederti al...matrimonio" Dissi sforzandomi di far uscire quelle parole dalla mia bocca.

"Si! Io e mia madre ci saremo. E' stato bello da parte tua invitarci!"

Sorrisi per l'entusiasmo nella sua voce. Dopotutto era stata un'idea di Edward. Ero felice che ci avesse pensato. Avere Seth presente sarebbe stato carino, un contatto, anche se tenue, col mio testimone scomparso. "Non sarebbe la stessa cosa senza di te."

"Di ad Edward che lo saluto, ok?"

"Stanne certo!"

Scossi la testa. L'amicizia che era sbocciata tra Edward e Seth era qualcosa che ancora mi sembrava strana. Era la prova dopotutto che le cose non dovevano a forza essere così. Che i licantropi e i vampiri potevano stare bene se non se ne preoccupavano troppo.

Non tutti erano di quest’idea.

"Ah" Disse Seth, la sua voce si era abbassata. "Er...Leah è a casa"

"Oh! Ciao!"

Chiuse il telefono. Lo lasciai sul sedile e mi preparai mentalmente ad entrare a casa, dove Charlie mi stava aspettando.

Il mio povero papà aveva così tante cose da fare ora.

Jacob-lo-scomparso era solo uno dei pesi sulla sua schiena sovraccarica. Era anche preoccupato per me, la sua figlia quasi adulta che stava per diventare signora di li a pochi giorni.

Camminai lentamente sotto la pioggia, ricordandomi la sera in cui glielo dicemmo...




Appena il rumore della volante di Charlie mi avvisò del suo arrivo a casa, l'anello cominciò a pesare chili sulla mia mano. La volevo nascondere in tasca, o sedermici sopra. Ma Edward me lo impedì tenendola in bella vista.

"Smettila di Agitarti Bella. Per favore ricordati che non stai confessando un omicidio.

"Facile per te dirlo!"

Sentì il rumore degli stivali di mio padre sul marciapiede. Le chiavi entrare nella serratura della porta già aperta. Quel rumore mi ricordò la parte dei film in cui la vittima si rende conto di non aver chiuso la catena del suo rifugio.

"Tranquilla Bella" Sussurrò Edward, sentendo l'accelerare del battito del mio cuore. La porta si chiuse e io mi ritirai intimorita.

"Hey, Charlie" Lo chiamò Edward totalmente rilassato.

"No!" sibilai a bassa voce.

"Cosa?" Mi rispose sussurrando

"Aspetta almeno che abbia lasciato la pistola!"

Edward scrollò le spalle e si passò una mano tra i capelli.

Charlie girò l'angolo entrando in salotto. Ancora in uniforme, ancora armato, e cercò di non fare alcuna faccia, quando ci vide seduti sul divano dell'amore'. Aveva cercato di sforzarsi di farsi piacere di più Edward. Ma sicuramente questa rivelazione avrebbe fatto cadere tutti i suoi sforzi.

"Hey ragazzi. Che c'è?"

"Ti vorremmo parlare" Disse Edward. "Abbiamo buone notizie."

L'espressione di Charlie cambiò da amichevole a sospettosa in pochi secondi.

"Buone notizie?" Grugnì Charlie, guardando diritto verso di me.

"Siediti papà."

Sollevò un sopracciglio, osservandomi per cinque secondi, poi si mise sulla poltrona, seduto sul bordo.

"Non ti preoccupare papà!" Dissi dopo un momento di assoluto silenzio. "Va tutto bene."

Edward fece una smorfia, e sapevo quale sarebbe stata la sua obiezione alla parola 'bene'. Probabilmente avrebbe detto qualcosa tipo 'magnificamente' 'perfettamente' 'gloriosamente'.

"Ne sono sicuro Bella, sicuro. Allora se tutto va così bene, perché stai grondando sudore?"

"Non sto sudando." Mentii.

Conoscevo quello sguardo fiero, fissava Edward, e istintivamente nascosi con la mano destra le prove.

“Sei in cinta!” Esplose Charlie “Sei in cinta vero?”

Anche se la domanda era rivolta a me, lui fissava Edward, e potevo giurare di averlo visto far scivolare la mano sulla pistola.

“No! Non lo sono ovviamente!” Volevo dare una gomitata a Edward nelle costole, ma sapevo che facendolo mi sarei solo fatta male. Avevo detto ad Edward che la gente sarebbe subito giunta a quella conclusione! Che altra motivazione plausibile c’era per la gente normale per sposarsi a solo diciotto anni? (Ha sua risposta mi aveva fatto toreare gli occhi. Amore. Giusto). La fondina di Charlie splendeva come una spada. Era abbastanza chiaro, tanto da potermelo leggere in faccia, che stavo dicendo la verità, e lui mi cedette. “Oh, Scusa.”

“Scuse accettate.”

Ci fu una lunga pausa. Dopo un po’ capii che tutti aspettavano che io dicessi qualcosa. Guardai verso Edward, ero pietrificata dal panico. Non c’era modo di farmi uscire le parole di bocca. Lui mi sorrise e poi scollò le spalle e si voltò verso mio padre.

“Charlie, so che non dovrebbe essere questo l’ordine delle cose. Per tradizione, avrei dovuto prima chiederti la sua mano. Non volevo mancarti di rispetto, ma visto che Bella aveva già detto si, e non volevo sminuire la sua scelta a riguardo, anzi che chiederti la sua mano, ti chiedo la tua benedizione. Ci sposiamo Charlie. La amo più di qualsiasi cosa al mondo. Più della mia stessa vita, e per qualche motivo, anche lei mi ama nello stesso modo. Ci darai la tua benedizione?

Il suo tono era così sicuro e calmo. Per un istante sentendo l’assoluta sicurezza nella sua voce, provai la rara sensazione di perspicacia. Potevo vedere, fugacemente il modo in cui lui vedeva il mondo. Per la durata di un battito di cuore, questa notizia aveva un senso perfetto.

E poi colsi l’espressione sul volto di Charlie, i suoi occhi guardavano il mio anello.

Trattenei il respiro, mentre la sua pelle cambiava colore – da chiara a rossa, da rossa a viola, e da viola a blu. cominciai ad alzarmi – Non ero sicura di quello che avrei fatto; forse avrei usato la manovra Heimlich per essere sicura che non si stesse strozzando – ma Edward mi strinse la mano e bisbigliò “Dagli un minuto” A voce talmente bassa che solo io la potevo sentire.

Il silenzio questa volta fu più lungo. Poi, piano piano, il colore di Charlie tornò normale. Le sue labbra erano corrugate, e le sue sopracciglia increspate; riconobbi la sua espressione da ‘pensieri profondi’. Ci studiò a lungo, e sentivo Edward rilassato al mio fianco.

Tirai un sospiro.
“Ne siete sicuri?” Charlie chiese guardandomi.

“Sono sicura al cento per cento riguardo ad Edward" Gli dissi senza esitare.

“Anche di sposarti? Qual è la fretta?” Mi guardò di nuovo sospettoso.

La fretta era dovuta al fatto che io mi avvicinavo agli schifosi 19 anni ogni giorno di più, mentre Edward era congelato nella sua perfezione da diciassettenne. Non che questo fatto fosse associato al matrimonio nella mia lista, ma questo era una delle condizioni del delicato compromesso che io e Edward avevamo fatto a proposito del confine tra la mia trasformazione da mortale, ad immortale.

Non era una cosa che potevo spiegare a Charlie.

“Andremo insieme a Darmouth Charlie” Edward gli ricordò.

“Mi piacerebbe farlo così, è come sono stato cresciuto”.

Scrollò le spalle.

Non stava precisamente esagerando; erano dei moralisti durante la Prima Guerra Mondiale.

Charlie storse la bocca. Ci guardò per un attimo. Ma cosa avrebbe potuto dire? Avrebbe preferito che avessi vissuto nel peccato prima? Era pur sempre un papà; la sua mano era stretta.

“Sapevo sarebbe successo.” Borbottò tra se e se corrucciato. Poi improvvisamente, la sua faccia divenne perfettamente calma e assente.

“Ha!” Charlie scoppiò. Sobbalzai. “Ha ha ha!”

Osservai incredula Charlie che si sbellicava dalle risate scuotendo tutto il corpo.

“Papà?” Chiesi ansiosa. Osservai Edward per una traduzione, ma stringeva le labbra, come se stesse cercando di trattenere una risata anche lui.

“Ok! Va bene, “ Disse in fine Charlie “Sposatevi” Un’altra scarica di risate lo invase. “Ma..”

“Ma cosa?” Esclamai.

“Ma lo dirai tu a tua madre! Non dirò una sola parola a Reneè! E’ affar tuo!” Esplose in una grossa risata.





Mi fermai con la mano sulla maniglia della porta sorridendo. A quel tempo le sue parole mi terrorizzarono. L’ultima condanna; dirlo a Reneè. Il matrimonio ‘precoce’ era nella sua lista nera insieme al cucinare vivi i cuccioli.

Chi poteva prevedere la sua reazione? Di sicuro non Charlie. Forse Alice, ma non avevo intenzione di chiederglielo.






“Bene; Bella” Disse Reneè dopo che riuscii a pronunciare quelle parole impossibili.: Mamma mi sposo con Edward.

“Sono dispiaciuta solo che tu abbia aspettato così tanto per dirmelo. I biglietti per l’aereo ora costeranno di più. Ooooh!” Si lamentò. “Pensi che Phil starà bene per allora? Rovinerà le foto se non….”

“Torna un attimo indietro, mamma” Boccheggiai. “Cosa vuoi dire con ‘aspettato così tanto?’ Mi sono fi…..fo..” Non riuscivo ancora a dire la parola fidanzata. “Le cose si sono sistemate solo oggi.”

“Oggi? Davvero? E’ una sorpresa. Avevo capito….”

“Cosa avevi capito? Quando hai capito?”

“Bhè…quando siete venuti a farmi visita ad Aprile, sembrava che le cose fossero alquanto serie, se sai cosa voglio dire. Non sei molto difficile da leggere, piccola. Ma non ho detto niente perché sapevo che non avrei fatto niente di buono. Sei esattamente come Charlie” Sospirò. “Una volta che hai fatto una scelta, non c’è niente da fare. Ovviamente, esattamente come Charlie, rimani sulla tua decisione.”

“Non stai facendo i miei stessi errori, Bella. Sembri stupidamente impaurita, e scommetto che è perché hai timore di me.” Ridacchiò. “Di quello che penserei. E so che ho detto un sacco di cose sul matrimonio e la stupidità – e non me le rimangio – ma hai bisogno di capire che quelle cose sono successe in modo specifico a me. Tu sei una persona totalmente diversa. Tu fai i tuoi errori, e sono sicura che avrei i tuoi rimpianti nella vita. Ma le decisioni non sono mai state un problema per te, dolcezza. Hai una possibilità migliore rispetto a quella di una quarantenne di riuscirci. Lo so.” Reneè rise di nuovo. “La mia piccola ragazza di mezza età. Fortunatamente sembra che hai trovato un altro animo antiquato.

“Non sei….arrabbiata? Non pensi che sto facendo un enorme errore?”

“Bhè, sicuramente avrei preferito che aspettassi qualche altro anno. Voglio dire…Ti sembro abbastanza vecchia per essere suocera? Non rispondere. Non parliamo di me. Ma di te. Sei felice?”

“Non lo so. In questo momento è come se stessi avendo un esperienza extracorporea.”

Reneè soffocò una risata. “Ti rende felice?”

“Si, ma…”
“Pensi che vorrai mai qualcun altro?”

“No, ma…”

“Ma cosa?”

“Ma non mi dirai che sembro esattamente un’altra adolescente infatuata come ce ne sono dall’alba dei tempi?”

“Non sei mai stata un’adolescente, piccola. Sai cos’è meglio per te.”

Durante le ultime settimane Reneè si immerse, inaspettatamente, nei preparativi del matrimonio. Passò un sacco di ore al telefono con la madre di Edward, Esme – non c’erano problemi con i parenti acquisiti Reneè adorava Esme, ma comunque dubitavo che qualcuno avrebbe potuto non farlo verso la mia amabile suocera.

Non mi feci mettere in mezzo. La famiglia di Edward e la mia si prendevano cura delle nozze senza che io avessi a che fare, sapere o pensare troppo a tutto questo.

Charlie era furioso, ovviamente, ma la sua parte dolce non era furiosa con me. Reneè era la traditrice. Contava sul fatto che lei avrebbe fatto la difficile. Cosa poteva fare ora, quando il suo ultimatum – dirlo a mamma – era stato affrontato e si era rivelato insignificante? Niente…e lo sapeva. Così a casa mise il muso, lamentandosi del fatto che non si poteva fidare di nessuno in questo mondo.

“Papà?” Chiamai appena aprii la porta. “Sono a casa.”

“Aspetta Bells, stai ferma li”

“Huh?” Chiesi fermandomi automaticamente.

“Dammi un secondo. Ahia! Mi hai preso Alice.”

Alice?

“Scusa Charlie” La voce di Alice trillò rispondendo. “Come va?”

“Sta sanguinando”

“Stai bene. Non ti è mica entrato nella pelle – fidati.”

“Cosa succede?” Chiesi mentre rimanevo esitante sulla porta.

“Trenta secondi, per favore, Bella” Mi disse Alice “La tua pazienza sarà ricompensata”

“Humph” Aggiunse Charlie.

Cominciai a battere i piedi contando ogni colpo. Prima di andare in salotto.

“Oh” Sospirai “Aw. Papà. Sembri….”

“Stupido?” Mi interruppe Charlie.

“Stavo per dire ‘elegante’”

Charlie arrossì. Alice lo prese per il gomito e lo fece roteare lentamente in una giravolta per mostrare il suo smoking grigio.

“Smettila Alice. Sembro un idiota.”

“Nessuno che sia mai stato vestito da me è mai sembrato un idiota.”

“E’ vero papà. Sei favoloso! Per che occasione è?”

Alice roteò gli occhi. “E’ la prova finale per aggiustarlo. Per entrambi voi.”

Smisi di guardare l’inusuale eleganza di Charlie e per la prima volta vidi il temuto abito bianco posato con cura sul divano.

“Aaaah”

“Vai nel tuo posto felice Bella. Non ci vorrà molto.”

Tirai un respiro profondo e chiusi gli occhi. Tenendoli chiusi, inciampai nei gradini salendo in camera. Rimasi in biancheria e misi le braccia in fuori.

“Pensavi che stessi mettendo dei bambolo taglienti sotto le tue unghie” Alice borbottò a se stessa mentre mi seguiva dentro.

Non feci caso a lei, ero nel mio posto felice.

Nel mio posto felice il matrimonio era già stato fatto. Alle mie spalle. Già represso e dimenticato.

Eravamo da soli, solo io e Edward. Lo scenario era confuso e cambiava in continuazione. Da una cupa foresta, diventava una città in una notte artica, perché Edward manteneva segreto il luogo della nostra luna di miele per farmi una sorpresa. Ma non mi interessava molto dove sarebbe stata.

Edward e io eravamo insieme, e io avevo adempiuto perfettamente alla mia parte dell’accordo. L’avevo sposato. Questa era la parte più importante. Ma avevo anche accettato i suoi regali eccessivi e mi ero iscritta, nonostante fosse inutile, al college di Darmouth. Ora era il suo turno.

Prima di essere trasformata in vampiro – questo era per lui il grande compromesso – doveva fare un'altra cosa.

Edward aveva un ossessione riguardo le cose umane a cui avrei rinunciato, le esperienza che non voleva che mi perdessi. Ma c’era solo una cosa sulla quale io insistevo. Ovviamente era l’unica che lui sperava mi dimenticassi.

Comunque, una cosa c’era. Sapevo cosa sarei diventata dopo che tutto fosse finito. Avevo visto vampiri appena nati, e avevo sentito un sacco di storie dalla mi a famigli, su come sarebbero stati selvaggi quei primi giorni. Per molti anni, i tatti della mia personalità sarebbero stati ‘assetati’. Ci sarebbe voluto un po’ di tempo prima che tornassi ad essere me stessa. E anche quando mi sarei saputa controllare, non mi sarei mai più sentita così.

Umana….e appassionatamente innamorata.

Volevo l’esperienza completa prima di negoziare il mio corpo caldo, fragile, pieno di feromoni per qualcosa di bellissimo, fine….e sconosciuto. Volevo una vera luna di miele con Edward. E, nonostante il pericolo in cui aveva paura di mettermi, lui acconsentì.

Ero solo vagamente consapevole di Alice e dello strato di raso sulla mia pelle. Non me ne preoccupavo, al momento, che tutta la città parlasse di me. Non pensavo alla spettacolo a cui avrei preso parte così presto. Non mi preoccupavo del viaggio sul mio treno, o di ridacchiare al momento sbagliato, o di essere troppo giovane, o del pubblico presente, o della sedia vuota che avrebbe dovuto occupare il mio migliore amico.

Ero con Edward nel mio posto felice.
 
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ceskinas
CAT_IMG Posted on 30/5/2008, 18:12




O_o è davvero il primo capitolo???? dove l'hai preso??
 
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AsgaVava93
CAT_IMG Posted on 30/5/2008, 18:53




bellobellobellobellobellobellobellobellobellobellobellobellobellobellobellobello!!!!è stupendoooooooo!!!!
 
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--->ely<---
CAT_IMG Posted on 30/5/2008, 19:40




ma è sicuro ke sia il primo capitolo?????sicuro sicuro????
 
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AsgaVava93
CAT_IMG Posted on 30/5/2008, 19:42




anche se non lo è a me piace troppo!!!comunque credo di si..lo stile è della meyer...
 
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--->ely<---
CAT_IMG Posted on 30/5/2008, 20:26




ma dv l'hai trovato???
 
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***Selene***
CAT_IMG Posted on 30/5/2008, 20:57




°___________° è davvero il primo capitolo??????
E' comunue STUPENDOOOOO!!!!!!!!!!!!!
 
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*Darkheart*
CAT_IMG Posted on 30/5/2008, 21:47




bellobellobellobellobello!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ma dove l'hai preso????
 
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clodiina
CAT_IMG Posted on 30/5/2008, 22:11




ODDEOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
 
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enva
CAT_IMG Posted on 30/5/2008, 22:31




wowwwwwwwww
 
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ele_a
CAT_IMG Posted on 31/5/2008, 04:24




il capitolo è bello, ma nn mi convince molto la prefazione......... :( :( speriamo bene............ :( :( :(
 
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°°Nica°°
CAT_IMG Posted on 31/5/2008, 08:02




E' bellissimoooooo... mamma miaaaa... lo sapevo che Charlie e Reneè avrebbero acconsentito,ME LO SENTIVOOOOOOOOOOOOOOOOOO :D:D:D
 
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lAlla^^
CAT_IMG Posted on 31/5/2008, 10:26




!!!!!!! wowwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww!
 
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°°Nica°°
CAT_IMG Posted on 31/5/2008, 10:26




Credo che lAlla sia impazzita eheh
 
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ceskinas
CAT_IMG Posted on 31/5/2008, 11:15




hihi.... credo che siamo impazzite un pò tutte... aaaaaaaaaaaa lo voglio tutto!!! uffi!!!:(
 
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67 replies since 30/5/2008, 15:02   9887 views
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